Muratura armata e tetto in legno

Domanda

Devo realizzare un edificio a 2 piani in muratura armata, con il primo solaio in laterocemento 20+5, la copertura in legno con assito doppio incrociato.
La mia domanda è, visto il punto 7.8.3.1 delle NTC 2008: “Tutte le pareti murarie devono essere efficacemente connesse da solai tali da costituire diaframmi rigidi, secondo quanto specificato al § 7.2.6“, è possibile fare una copertura in legno senza soletta in una costruzione in muratura armata?

Risposta

La frase del paragrafo §7.8.3.1 da lei citata, intende ricordare anche per la muratura armata l’importanza di perseguire il comportamento scatolare (concetto introdotto al §4.5.4) con efficaci collegamenti tra i diversi elementi strutturali, attraverso anche orizzontamenti dotati di opportuna rigidezza e resistenza, escludendo dunque solai infinitamente deformabili. Il riferimento al §7.2.6 permette di definire quali siano i solai che si possono con certezza considerare infinitamente rigidi, ossia quelli con soletta in c.a., ma non obbliga a realizzare solamente questo genere di orizzontamenti. Le norme indicano in tal senso di non poter considerare a priori altri tipi di solai come infinitamente rigidi, ma richiedono al progettista di considerare l’effettiva rigidezza e resistenza di tali orizzontamenti all’interno delle analisi sismiche.
Come noto, l’utilizzo di un orizzontamento infinitamente rigido oppure deformabile, incide sulla ripartizione delle azioni che infatti viene tenuta in debita considerazione quando le norme (§7.8.1.5) descrivono i metodi di analisi applicabili per le costruzioni in muratura portante, sia essa ordinaria o armata, fornendo indicazioni specifiche relative ai solai rigidi e ai solai deformabili. Risulta perciò evidente la possibilità di utilizzare solai anche non infinitamente rigidi, sarà necessario però considerare questo aspetto opportunamente in fase di analisi. Ad esempio la ripartizione delle azioni orizzontali non avverrà più in base alle rigidezze delle pareti resistenti, ma in base all’area di influenza, ad esempio si perderà la regolarità in pianta (§7.2.2) che comporta l’assunzione di un valore del rapporto alfau/alfa1 più basso (§7.3.1), il che significa fattore di struttura più basso (§7.8.1.3) e di conseguenza azione sismica più alta.
Dunque realizzare la cappa collaborante in c.a. semplifica la progettazione, fornisce un’ottima distribuzione delle azioni sismiche e fornisce maggiore massa, utile per l’isolamento acustico e per avere inerzia termica, ma si possono realizzare coperture in legno senza cappa in c.a. ben collegate alle murature e dotate di una certa rigidezza (si suggerisce in genere di evitare il tavolato semplice e di adottare invece il doppio tavolato incrociato oppure i controventi a bande metalliche) tenendone opportunamente in conto nelle analisi.
Per concludere, si segnala che la frase in oggetto ha suscitato altre volte perplessità da parte dei progettisti, e volendo essa semplicemente ricordare concetti già espressi nelle parti precedenti della norma come sopra evidenziato, è stata eliminata nel testo della bozza di revisione delle NTC approvato dal CSLLPP il 14/11/2014 (atto con cui si è avviato l’iter procedurale per arrivare alla sua effettiva adozione), proprio per evitare possibili fraintendimenti che esulano dalla volontà del normatore.

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Domanda e risposta del 11/05/2016